Stampanti 3D per la gioielleria: dal disegno 3D al gioiello

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Come si realizza un gioiello con le stampanti 3D Sharebot?
Grazie alle stampanti 3D professionali Sharebot Voyager, Andromeda e Voyager WARP ogni gioielliere può ottimizzare il proprio flusso di lavoro utilizzando degli strumenti semplici ed intuitivi che permettono di risparmiare in tempi e costi, impiantando nel proprio laboratorio un ciclo di produzione replicabile ed economico.
Sharebot non fornisce soltanto le stampanti 3D per gioiellieri e professionisti del settore, ma anche il materiale: si tratta della resina fotosensibile SHARE-IC, sviluppata dai tecnici dell’azienda italiana per garantire alta fondibilità su ogni modello (anelli, collane, pendenti e ciondoli) La resina è stata sviluppata per ottenere la massima resa qualitativa sul più piccolo dettaglio e superficie e per poter essere utilizzata all’interno del tradizionale processo di fusione.

Processo di fusione

Qui di seguito sono elencati i passaggi da seguire per realizzare un gioiello partendo da un file 3D modellato con qualsiasi software oggi in uso. Tutte le operazioni sono rapide e replicabili in qualsiasi laboratorio e ambiente di lavoro professionale:

1 – Creazione del file 3D

Un modello in resina SHARE-IC per essere calcinato correttamente deve essere stato creato seguendo alcune regole fondamentali: il modello deve essere “chiuso” e non avere nessun buco o foro sulla superficie, chiudendo tutte le giunture. Un modello “aperto” porterà ad un errore nella fusione.

2 – Materiale di supporto

Una volta modellato il gioiello, è necessario aggiungere i supporti, fondamentali per ottenere il massimo dal processo di stampa. Il materiale di supporto si aggiunge attraverso l’interfaccia di Sharebot DLP Slicing Software, il software di gestione della vostra stampante 3D Sharebot Voyager (per avere una panoramica più ampia sull’utilizzo del software, si prega di consultare il manuale d’uso di Sharebot Voyager).
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3 – Stampa 3D

Inviando il file alla vostra stampante 3D professionale Sharebot, in poche ore (o pochi minuti, nel caso si stia utilizzando il sistema di stampa WARP) il professionista avrà un modello 3D stampato in resina calcinabile SHARE-IC.
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4 – Post-Curing

Il post-curing stabilizza e termina la polimerizzazione della resina. Prima di procedere, rimuovere le parti di supporto (utilizzare una pinza per i supporti più piccoli). Per il post-curing dei modelli in resina calcinabile SHARE-IC si utilizza unalampada UV con lunghezza d’onda a 405 nanometri da 0.5 W al minuto.
Questo passaggio è uno dei più importanti: un errore in post-curing (luce insufficiente, potenza scarsa, ecc.) provocherà il fallimento della fusione.

5 – Preparazione della fusione

Nel caso in cui il post-curing sia stato eseguito correttamente, il modello presenterà una superficie pulita, liscia, senza alcuna imperfezione. Nel caso in cui non si dovessero notare queste caratteristiche, la fusione non sarà possibile. Verificata la pulizia del pezzo, si può procedere con al preparazione del cilindro e l’albero di cottura.

6 – Canali di scolo

I canali di scolo, durante burn-out e fusione, permettono alla resina di colare via da modello senza lasciare residui e imperfezioni. Per ottenere il miglior risultato possibile è importante studiare attentamente, in base alle dimensioni del gioiello e a come è orientato, dove posizionare i canali di scolo.

7 – Burn-out e fusione

Il gioiello è pronto per la fusione: prepariamo l’albero ed il cilindro per la fusione. La resina calcinabile SHARE-IC è compatibile con i più diffusi materiali utilizzati per burn-out e fusione. Il forno di cottura va preriscaldato a 850° per 45’, con 1h di processo per un cilindro piccolo e 2h per un cilindro di grandi dimensioni.
Nel caso in cui non si osservino i tempi previsti o il forno non dovesse raggiungere la temperatura qui riportata, la fusione non avrà successo.

8 – Modello in metallo

Se il cilindro è stato preparato correttamente, completato il ciclo di fusione si otterrà il gioiello in metallo vero e proprio. Il modello è ancora grezzo, non pulito, levigato e preparato.
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9 – Pulizia

Il gioiello grezzo va pulito e levigato per rimuovere eventuali residui di materiali della fusione. per la pulizia si utilizzano i normali strumenti per la gioielleria.

10 – Gioiello

Pulito, levigato: il gioiello è pronto per essere rifinito dal gioielliere (eventuale incastonatura o incisione). Seguendo correttamente tutti i passaggi è possibile passare dalla creazione e modellazione 3D al computer ad un gioiello direttamente nel proprio ambiente di lavoro.

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